Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata da mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, durante la Messa del giorno di Natale: Carissimi, oggi, in questa magnifica Basilica Cattedrale, siamo entrati nella grotta di...
L’incubo di Marianne ha un nome, Caroline, che affiora un giorno all’improvviso parlando con il marito: Caroline Harker, “assistente chirurgo ed enfant terrible della sala operatoria”, braccio destro proprio di Simon.
All’improvviso, la sicurezza data da una vita invidiabile, in una bolla dorata, accanto a un chirurgo affermato e affascinante, inizia a vacillare. Per Marianne, Caroline è un’ossessione – “È stupenda. Mentre io sono bruna, bassa e con la tendenza a ingrassare, lei è alta, snella, con capelli biondi e occhi blu di ghiaccio. Sembra una modella della pubblicità della L’Oréal… quella dello slogan ‘Perché io valgo’” – tanto da spingerla a fare ricerche compulsive sui social e scontrarsi, puntualmente, con una trentenne inarrivabile.
Quello che Marianne, soprattutto grazie a Simon, aveva conquistato – una bellissima casa affacciata sulla strada più esclusiva del quartiere, tre bambini da accudire – viene messo in discussione da una gelosia che la acceca e da una paranoia che non le lascia scampo. A poco a poco, riaffiora prepotente anche il suo passato: cresciuta senza un padre, la mamma morta quando lei era ancora piccola e il pellegrinaggio tra le famiglie affidatarie. Poi l’incontro con Simon, e la svolta.
“Mi sentivo come se fossi merce avariata, ma Simon mi aveva preso a bordo, trascinandomi via dalla vita notturna, dai viaggi, dal vino e dalla droga – la ricerca senza fine di qualcosa che placasse la tristezza tremenda che mi pesava sul cuore.
Mi aveva portata dritto nel suo letto facendomi sentire la più bella ragazza del mondo, mi aveva aiutato a dimenticare la vacuità e i drammi del mio passato e mi aveva offerto un nuovo radioso futuro. Lui era l’inizio di tutto; mi condusse in un mondo nuovo e perfetto, un sogno che mi sembrava non potesse accadere mai – e per la prima volta mi sentii come avevo sempre desiderato sentirmi: proprio come tutti gli altri.”
Se è vero che le prima parte del thriller di Sue Watson La casa delle bugie (Newton Compton, traduzione di Jacopo Palladini) iniziano quasi in sordina, subito dopo è un crescendo di rivelazioni dal ritmo serrato.
Si scopre, ad esempio, che Marianne è stata in analisi e assume ancora psicofarmaci. E che Simon, dietro la maschera di marito e padre adorabile è ossessionato dalla perfezione.
Indicato per chi ha amato La ragazza del treno e L’amore bugiardo, La casa delle bugie è un thriller travolgente che si svela pagina dopo pagina.
L’autrice, Sue Watson, è nata e ha studiato a Manchester per poi trasferirsi a Londra, dove ha scritto per tabloid e riviste femminili. Successivamente ha lavorato come produttrice televisiva per la BBC. Ora vive nel Worcestershire con il marito e la figlia e si dedica a tempo pieno alla scrittura. La Newton Compton ha pubblicato anche Coincidenze che fanno innamorare. Per saperne di più: suewatsonbooks.com.
Rossella Montemurro