In settant’anni settanta “assalti” ogni 2 Luglio e un look sempre diverso: nuove sovrastrutture lignee, a loro volta rivestite con cartapesta, altri decori e sculture. Era necessario una sorta di check up per la struttura permanente del carro trionfale della Bruna, un approfondito monitoraggio realizzato con l’uso di droni e strumentazione idonea per accertarne la solidità e individuare fragilità. Nel pomeriggio a Matera l’Associazione Maria SS. della Bruna ha presentato i risultati del progetto di digitalizzazione dello “scheletro massiccio”.
“L’idea mi fu suggerita da Luca Colacicco che tra l’altro è il presidente della sezione Legno-Arredo della Confapi. – spiega il presidente dell’Associazione Maria SS. Della Bruna, il dott. Bruno Caiella – Mi fece presente l’importanza di digitalizzare la struttura perché questo avrebbe consentito una manutenzione e uno studio approfondito. Lo scopo è stato anche quello di dare risalto a una figura che non viene quasi mai presa in considerazione, il falegname; è un modo per mettere in risalto il lavoro artigianale propedeutico alla realizzazione del carro. Un grazie sentito a Luca che mi ha dato l’idea, al geometra Rocco Festa che l’ha sviluppata e a Franco Moliterni, responsabile del settore Cultura dell’Associazione Maria SS. della Bruna, che ha realizzato una brochure sul lavoro svolto”.
“L’idea – aggiunge Colacicco – è nata proprio per iniziare a creare una copia dell’ossatura, un modello in versione digitale. A mio avviso è interessante perché consente in primis di avere una “fotocopia” nel senso che, in qualsiasi momento se dovesse accadere qualcosa, c’è la possibilità di replicare l’ossatura. È una cosa da non sottovalutare, negli anni ci sono stati dei problemi, quando si presenta un progetto a volte non si riesce ad avere le giuste dimensioni, ci sono state statue sproporzionate o sollecitazioni particolari. Avere un modello digitale significa avere la consapevolezza precisa di quello che è lo scheletro massiccio. Potrebbe essere anche un primo passo per costruire in modo digitale il nuovo manufatto. Diventa un bene conservativo, sarà a disposizione di chiunque voglia utilizzarlo”.
“Quando finisce la festa, il 2 Luglio, vediamo questa struttura che si incammina e il cammino lo interpretiamo come l’avvio di una nuova fase della festa. – sottolinea il geom. Rocco Festa, direttore di Erreffe Progetti Srl associata Confapi – Questa è l’unica struttura che non viene distrutta, è l’unico elemento che ci dà la possibilità di guardare già al prossimo 2 luglio. Allora valorizziamola: digitalizzarla permette di avere un documento il più possibile fedele sia perché possa essere facilmente ricostruita per eventuali situazioni che si possono presentare sia per metterla a disposizione. Con queste procedure siamo riusciti a fare una stampa 3D del bozzetto che permetterà di evitare interventi aggressivi sulla struttura al fine di poterla conservare il più possibile. Hanno collaborato anche molti giovani, ho visto ragazzi che si sono incuriositi molto nel portare il loro supporto di tecnologie innovative”.
Secondo Moliterni, “un monitoraggio dello stato di salute dello scheletro massiccio era necessario. Considerando che su di esso salgono decine di ragazzi, si tratta anche di salvaguardare la loro incolumità. Grazie alla digitalizzazione si è scoperta un lieve fragilità nella parte posteriore, che comunque non avrebbe assolutamente pregiudicato la stabilità. Cosimo Coretti, il falegname che collabora con la signora Francesca Cascione, ha provveduto a ripristinare il tutto”.
Entusiasta Massimo De Salvo, presidente di Confapi Matera: “Confapi, come realtà del territorio, scende sempre in prima linea quando si tratta di queste operazioni bellissime che determineranno il futuro della nostra città e della nostra provincia. Dal primo momento in cui Luca Colacicco, il presidente Caiella e Rocco Festa ci hanno esposto il progetto abbiamo assolutamente aderito. Siamo stati onorati, è una cosa emozionante come ogni cosa che ha interessato Matera negli ultimi 40 anni”.
Il delegato arcivescovile Don Francesco Di Marzio ha rivelato che è intenzione dell’Associazione dedicare lo scheletro massiccio a San Giuseppe, padre putativo di Gesù e carpentiere: “Lo scheletro massiccio è una presenza discreta ma importante, così come lo è stata la figura di Giuseppe”.
Realizzata anche una brochure, L’ossatura del carro della Bruna compie 70 anni.
In cammino verso il riconoscimento Unesco, che entra nel vivo del progetto sia dal punto di vista tecnico sia da quello teorico, ricco di simbologia come gran parte della Festa: “C’è un significato simbolico notevolissimo, – afferma Moliterni – in quanto la struttura raffigura la permanenza, la stabilità della tradizione, dell’esistenza. Il carro annuale, invece, è la caratterizzazione di questa esistenza, la vita individuale. Quello che appare contraddizione – stabilità e cambiamento – nel carro della Bruna viene armonizzato: la vita individuale si interconnette nell’esistenza la storia che poi diventa continuità. La Festa della Bruna merita di essere riconosciuta come patrimonio immateriale perché non è altro che la raffigurazione dell’esistenza umana”.
Infine, il presidente Caiella ha annunciato che la macchina organizzativa del 2 Luglio 2024 sta procedendo bene: “Il carro è in stato avanzato di realizzazione, si presenta di una bellezza straordinaria, tra l’altro le capacità professionali della Cascione sono note. Sono pienamente convinto che i materani saranno soddisfatti di questo lavoro”.
Rossella Montemurro
Foto Angelo Zimmari